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Lipedema: dalla diagnosi ai trattamenti medici e fisioterapici


Abstract

Il lipedema è una malattia cronica del tessuto adiposo, spesso sotto-diagnosticata e confusa con obesità o linfedema. È caratterizzata da un’anomala e dolorosa deposizione di tessuto adiposo, prevalentemente negli arti inferiori. Sebbene non sia correlata a disfunzioni metaboliche come l’obesità, può coesistere con essa, complicandone la gestione. Questo articolo analizza in modo approfondito i meccanismi clinici, la diagnosi e le principali strategie terapeutiche, focalizzandosi sull’essenziale contributo della fisioterapia.

1. Fisiopatologia del Lipedema

Il lipedema è una malattia del tessuto adiposo sottocutaneo. Le sue cause non sono completamente note, ma si ritiene abbia una base ormonale e genetica, dato che colpisce quasi esclusivamente le donne (≈ 90-95%) e tende a manifestarsi o peggiorare in concomitanza con cambiamenti ormonali (pubertà, gravidanza, menopausa).

Alterazioni principali:

  • Iperplasia e ipertrofia degli adipociti sottocutanei;
  • Fragilità capillare e microangiopatia;
  • Ridotta compliance linfatica (senza iniziale linfedema);
  • Fibrosi del tessuto adiposo, con formazione di noduli.

2. Classificazione clinica

Il lipedema può essere classificato per stadio e per distribuzione anatomica:

Stadi (Secondo Schmeller e Reich-Schupke):

  • Stadio I: cute liscia, tessuto adiposo aumentato ma morbido, assenza di noduli;
  • Stadio II: superficie irregolare (“a buccia d’arancia”), presenza di noduli e fibrosi;
  • Stadio III: tessuto duro, noduli più grandi, deformazioni marcate (es. “gambe a colonna”);
  • Stadio IV: lipolinfedema, sovrapposizione di linfedema cronico.

Distribuzione anatomica:

  • Tipo I: fianchi e glutei;
  • Tipo II: dalle anche alle ginocchia;
  • Tipo III: dalle anche alle caviglie;
  • Tipo IV: braccia;
  • Tipo V: polpacci.

3. Comorbidità e implicazioni cliniche

Il lipedema può essere associato a:

  • Obesità: ≈ 50% delle pazienti presenta obesità coesistente;
  • Linfedema secondario (lipolinfedema);
  • Disturbi muscolo-scheletrici: lombalgia, gonalgia, varismo del ginocchio;
  • Disturbi psicologici: ansia, depressione, disturbo dell’immagine corporea;
  • Insufficienza venosa cronica (meno frequente ma possibile in stadi avanzati).

4. Diagnosi differenziale

La diagnosi di lipedema può essere difficile e confusa con:

  • Obesità generalizzata: nel lipedema vi è risparmio di mani e piedi e dolore al tatto;
  • Linfedema primario o secondario: nel linfedema l’edema è asimmetrico, spesso unilaterale, con segno della fovea presente;
  • Insufficienza venosa cronica: accompagnata da pigmentazioni cutanee e ulcerazioni;
  • Cellulite o panniculite: presenza di processi infiammatori acuti.

La clinica rimane centrale, ma può essere supportata da imaging:

  • Ecografia dei tessuti molli: identifica pattern ecogeni anomali;
  • RMN: utile per valutare la composizione del tessuto adiposo;
  • Linfoscintigrafia: evidenzia alterazioni del flusso linfatico (nei casi con linfedema sovrapposto).

5. Gestione terapeutica

5.1 Trattamento medico

Non esiste una cura definitiva per il lipedema. Gli obiettivi terapeutici includono:

  • Controllo dei sintomi;
  • Prevenzione delle complicanze;
  • Miglioramento della funzionalità e qualità della vita.

Approcci principali:

  • Compressione: calze compressive a trama piatta (classe II–III) personalizzate;
  • MLD (linfodrenaggio manuale): utile in presenza di edema secondario;
  • Farmaci: analgesici, antinfiammatori, flavonoidi per supporto venotonico (es. diosmina);
  • Chirurgia: liposuzione tumescente assistita da acqua (WAL), indicata in pazienti selezionate che non rispondono al trattamento conservativo.

5.2 Trattamento fisioterapico – Approfondimento

La fisioterapia ha un ruolo cardine nel trattamento conservativo del lipedema, sia nella fase iniziale, sia nella gestione cronica.

Obiettivi:

  • Ridurre edema e infiammazione;
  • Ristabilire l’elasticità e la mobilità tissutale;
  • Mantenere tono e forza muscolare;
  • Migliorare la funzionalità articolare;
  • Educare la paziente alla gestione autonoma.

Tecniche principali:

1. Linfodrenaggio Manuale (MLD)

  • Tecnica di massaggio a bassa pressione, ritmica, non dolorosa;
  • Attiva le anastomosi linfatiche e stimola il riassorbimento del liquido interstiziale;
  • Benefici: riduzione del senso di pesantezza, miglioramento microcircolatorio.

2. Terapia compressiva funzionale

  • Utilizzo di:
    • Calze elastiche su misura (trama piatta);
    • Bendaggi multistrato;
    • Tutori compressivi notturni (per stadi avanzati).
  • Obiettivo: mantenere i benefici del MLD e contrastare l’accumulo linfatico.

3. Esercizio fisico adattato

  • Attività aerobica a basso impatto:
    • Camminata regolare;
    • Nuoto o acquagym (idrostatismo aiuta il ritorno linfatico);
    • Cyclette;
  • Esercizi mirati:
    • Rinforzo dei muscoli del core e degli arti inferiori;
    • Stretching e lavoro posturale;
    • Ginnastica vascolare.

4. Terapia manuale e miofasciale

  • Mobilizzazioni e manipolazioni per migliorare la mobilità tissutale e rompere aderenze;
  • Riduzione della fibrosi;
  • Miglioramento della texture cutanea.

5. Terapie fisiche strumentali

  • Pressoterapia sequenziale: stimolazione meccanica del drenaggio linfatico;
  • Radiofrequenza o crioterapia: migliora la circolazione e la qualità del derma;
  • Ultrasuoni a bassa frequenza: riduzione della fibrosi nei tessuti profondi.

6. Educazione terapeutica

  • Autotrattamento (auto-MDL supervisionato);
  • Uso corretto dei tutori;
  • Alimentazione anti-infiammatoria e controllo del peso;
  • Supporto psicologico (importante per l’aderenza terapeutica a lungo termine).

6. Conclusioni

Il lipedema è una patologia cronica e invalidante, che richiede un approccio clinico altamente specializzato. Una diagnosi precoce consente di evitare peggioramenti significativi e di impostare un trattamento efficace. La fisioterapia integrata, adattata allo stadio di malattia e alle caratteristiche individuali della paziente, è uno strumento potente per controllare i sintomi e migliorare l’autonomia funzionale. La collaborazione tra medici, fisioterapisti, psicologi e nutrizionisti è indispensabile per un approccio globale.


Bibliografia

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